Riflessioni sulla “inefficacia” dei piani urbanistici

saggio introduttivo

Alessandra Montenero

Sempre con maggiore frequenza, ad iniziare dal mondo politico a finire dalla corrente pubblica opinione, si sente affermare che l’urbanistica e i conseguenti strumenti di pianificazione costituiscono una disciplina che non produce gli attesi risultati e che spesso risulta di ostacolo all’approvazione di urgenti interventi edilizi. Con tali motivazioni, sia a livello nazionale sia a livello regionale, sono stati approvati e continuano a essere presentati in Parlamento provvedimenti legislativi che certamente non rimuovono le cause della dichiarata inefficacia introducendo modifiche normative o, peggio, sanatorie edilizie con negativi risultati, relegando di fatto l’urbanistica a un ruolo di semplice “cornice”. Come è ben noto, le regole per la trasformazione urbana sono contenute nella legge n. 1150 del 1942, ovvero in un provvedimento che risale agli anni della Seconda guerra mondiale, ed è sempre più evidente che le criticità degli ambienti antropizzati imporrebbero un governo del territorio finalizzato sia alla sostenibilità e alla tutela del territorio che al suo contemporaneo sviluppo. Oggi, si attende un nuovo provvedimento legislativo finalmente coerente con il complesso delle problematiche ambientali, sociali ed economiche in essere nel nostro paese.

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