Opportunità e contraddizioni nei programmi dei grandi eventi

saggio introduttivo

Franco Lattes

Nella mia formazione di architetto, i Giochi Olimpici di Barcellona del 1992 – dopo il crollo del Muro di Berlino, in un momento cruciale della riconfigurazione geopolitica del mondo occidentale, – hanno rappresentato un capitolo entusiasmante, in cui l’amministrazione guidata dal sindaco Pasqual Maragall si dimostrò capace di gestire l’evento olimpico, rendendolo il motore della trasformazione urbana. Non mancarono le polemiche, ma si trattò davvero di un progetto straordinario per ambizione e intelligenza, che seppe dispiegarsi sull’intera città e proiettare Barcellona verso il nuovo millennio. Non sono certo che questa fortunata combinazione di eventi, entusiasmi, intelligenze, si sia riproposta di lì in avanti e provo una certa diffidenza nei confronti dei grandi eventi e della possibilità che producano effettivi benefici sulle grandi città.

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