PROGETTARE PER L’ESISTENTE: UN ALLARGAMENTO NEL CAMPO DEL POSSIBILE

saggio introduttivo

Alessandra Tosone

La lunga tradizione tutta italiana del progetto dell’esistente, che con i suoi protagonisti ha attraversato ben due generazioni della cultura architettonica nazionale, quella dell’incertezza cui appartenevano anche Scarpa e Albini e poi quella della concretezza con Canali e Carmassi, oggi prosegue mostrandosi consolidata e matura in molti progetti di qualità che, diversi tra loro, ne descrivono la molteplicità di visioni, approcci e strategie. A fronte di queste sperimentazioni, che hanno assunto non tanto il valore singolo e puntuale di buone pratiche, quanto piuttosto il carattere articolato e coerente di scuola, la relazione tra cultura della conservazione e cultura di progetto appare oggi una questione ancora aperta, nella pratica professionale, di volta in volta spazio di mediazione tra i diversi soggetti coinvolti – committenza, sovrintendenze, progettisti, ecc. – e di interpretazione dei documenti di indirizzo come di quelli normativi, e nella formazione universitaria, campo poco esplorato delle buone intenzioni di una teorizzata interdisciplinarità.

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