LA CASA STUDIO DI GAE AULENTI A MILANO

Spazio interno e rituali domestici di Nina Artioli e Matteo Costanzo

Gae Aulenti

Gae Aulenti si trasferisce nel 1974 in quella che diventerà la sua casa-studio fino alla sua scomparsa nel 2012. Insieme all’appartamento riesce ad acquisire la piccola palazzina a due piani affacciata su piazza San Marco, che trasformerà nel suo studio. Mentre la casa ha soffitti altissimi e viene riorganizzata con l’aggiunta di un secondo livello aperto su una doppia altezza, lo studio su Piazza San Marco viene completamente svuotato e rimodulato attraverso un sistema di solai a livelli sfalsati. I due spazi sono posti in continuità l’uno con l’altro perché collegati da una porta passante e attraversati da una sequenza di scale e passerelle metalliche di colore arancione. La casa si configura come un volume vuoto, rettangolare, un grande spazio proiettato sulla città attraverso grandi finestre verticali. Lungo la parete opposta, il secondo livello a ballatoio si affaccia sulla doppia altezza e sotto di esso una sequenza di ambienti più intimi e funzionali accoglie gli spazi di servizio. Il grande spazio centrale definisce la dimensione pubblica della casa, il pavimento scuro in lavagna e le pareti bianche fanno da sfondo al sistema di passerelle di tubolari metallici e grigliato keller. Lunghe librerie bianche costituiscono il minimo sistema divisorio e stabiliscono l’attraversamento dello spazio. A completare l’immagine complessiva una ricca combinazione di arredi, lampade, opere d’arte, prototipi di design. Nella parte bassa del ballatoio un muro funzionale divide lo spazio del grande salotto dalla cucina, mentre sul livello superiore si organizza la vita privata di Gae, la sua camera da letto, servita da un bagno e una cabina armadio. La porta che conduce allo studio è posta sul lato opposto all’ingresso principale e si connette con la sala riunioni. L’accesso principale dello studio avviene direttamente da Piazza San Marco. Al suo interno le scale arancioni e i diversi solai sfalsati tra loro animano l’involucro completamente svuotato, portando la luce naturale a tutti i livelli e creando un unico spazio abitato su diverse quote.

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