UNO SPAZIO IBRIDO TRA CONSERVAZIONE, ESPOSIZIONE, RICERCA, TEMPO LIBERO

Museo-deposito Boijmans Van Beuningen

MVRDV

Generalmente meno del dieci per cento delle opere di una collezione museale è fruibile dal pubblico; il restante novanta per cento rimane chiuso nei depositi e nel migliore dei casi viene esposto a rotazione. Ma “una collezione che non può essere vista diviene affamata di ossigeno come l’acqua stagnante”, scrive Sjarel Ex, storico dell’arte, direttore del Museum Boijmans Van Beuningen e a tutti gli effetti l’ispiratore del progetto Depot Boijmans Van Beuningen, il primo deposito di opere d’arte al mondo che apre le sue porte all’intera collezione composta da 151.000 pezzi che va dalle tele di pittura, alla ceramica medievale, al vetro rinascimentale, alla fotografia, fino al design olandese contemporaneo. Il Depot si configura all’esterno come un fortilizio blindato ricoperto di pannelli che riflettono e deformano – in virtù del profilo concavo del manufatto – il panorama circostante. All’interno, per enfatizzare il carattere pubblico dell’edificio, i progettisti hanno creato un vuoto centrale a tutta altezza, una sorta di panopticon che offre una visione completa sulle collezioni e gli spazi di lavoro. Nei cinque piani le collezioni sono organizzate secondo un criterio che non è cronologico, non è stilistico e neanche per artista ma in base alle esigenze di conservazione delle opere, alla loro dimensione (grande – piccolo) e alla natura del materiale (organico – inorganico) di cui sono fatte. Ciò a voler fortemente sottolineare che la custodia e la cura delle opere sono parte integrante della collezione.

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