LUG

AGO

2023

Rassegna italiana. L’innovazione come processo graduale

Interventi di piccole e medie dimensioni prevalentemente sull’esistente, operazioni di innesto, completamento, restauro, rifunzionalizzazione e ridisegno degli spazi interni, continuano a essere l’attività dominante nel panorama della produzione architettonica italiana. Il concetto di “modernità anomala dell’architettura italiana”, messo in evidenza da Cino Zucchi, ormai diversi anni fa, l’attitudine del progetto del nuovo al confronto con i contesti, con le preesistenze storiche e ambientali invocate da Ernesto Nathan Rogers, appaiono così ostinatamente radicati nella cultura progettuale, anche a distanza di tempo, che poche sembrano le possibilità di evadere da quella che potremmo definire una “forma mentis” profondamente radicata nella nostra area geografica. Un’attitudine, quella a costruire sul costruito e in continuità con l’esistente, che, nonostante oscillazioni di linguaggio piuttosto variegate e contenute in forme di espressione rigorose sul piano formale, accomuna i diversi autori selezionati in questo numero, indicando una posizione più rispettosa verso l’ambiente, in linea con gli attuali approcci volti alla salvaguardia del pianeta per le generazioni future. I temi della conservazione e del riuso non sono indotti solamente dai principi di rigorosa tutela stabiliti dagli organi preposti alla salvaguardia del patrimonio, ma appartengono spesso anche alla cultura della committenza e alla formazione della gran parte delle giovani generazioni di progettisti. Questi ultimi sono rivolti all’innovazione intesa come processo graduale, esito di una sperimentazione filtrata dal rapporto con i valori storici, culturali e sociali dei luoghi di intervento, che si manifesta come capacità di rielaborazione e aggiornamento di linguaggi precedenti in forme espressive nuove, in adesione a quel principio di sviluppo responsabile oggi imprescindibile.

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