INNOVAZIONE E TRADIZIONE NEL CANTIERE ITALIANO DEL SECONDO DOPOGUERRA

saggio introduttivo

Stefania Mornati

Gli studi sulla convenienza di impiegare in edilizia elementi prefabbricati trovano un importante rilancio nei primi anni del secondo dopoguerra, quando il tema della ricostruzione diviene un’emergenza sociale. Il rinnovamento della filiera delle costruzioni aveva già interessato, in precedenza, tecniche e materiali, cui si aggiungevano gli studi sull’unificazione edilizia, con la costituzione, nel 1940, di una commissione tecnica interna all’UNI. Rispetto ad altri settori industriali, erano ancora poche le tabelle di unificazione in campo edile e limitate per lo più ad alcuni prodotti laterizi. La necessità di far fronte alle immense distruzioni prodotte dalla guerra dà nuovo slancio ai lavori per la semplificazione e razionalizzazione del prodotto edile e contemporaneamente sposta l’interesse verso approfondimenti scientifici finalizzati all’ottimizzazione dei fattori di produzione (lavoratori, capitale, metodi, strumenti, macchine). Le riviste di settore registrano le nuove urgenze documentando le riflessioni sull’aggiornamento tecnologico, scientifico e sull’organizzazione del lavoro, che in quel periodo si incardinano sui temi della prefabbricazione edilizia e dell’industrializzazione.

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