IL RIUSO DI COMPONENTI E MATERIALI DI SCARTO IN ARCHITETTURA: STRATEGIA PER LA CIRCOLARITÀ E LA DECARBONIZZAZIONE

saggio introduttivo

Serena Baiani, Paola Altamura, Gabriele Rossini

Il settore delle costruzioni, individuato tra le catene del valore strategiche dal Circular Economy Action Plan dell’UE (2020), svolge un ruolo cruciale nelle sfide relative al cambiamento climatico e alla scarsità delle risorse a causa dell’elevato volume di materie prime estratte e scarti prodotti, dei livelli di emissioni climalteranti rilasciate e di rifiuti dei processi di costruzione, riqualificazione e demolizione. Appaiono sempre più importanti approcci progettuali incentrati sull’uso di materiali “di seconda vita”, di riuso e/o riciclati, di provenienza locale, il cui impiego in architettura può contribuire al miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse e alla mitigazione del cambiamento climatico. Nell’attingere alla “miniera urbana”, il progetto è capace di reinventare, da un lato, le stesse architetture di scarto – edifici dismessi o parti di città da rigenerare – e, dall’altro, di lavorare con i materiali esistenti, incorporati negli edifici, o anche provenienti da altre filiere industriali. In questo scenario, la strategia del riuso, preferibile al riciclo per la capacità di preservare il valore intrinseco, economico, energetico, di CO2 incorporata nei componenti edilizi e, in generale, nei prodotti, diviene una frontiera di innovazione per il progetto, permettendo di valorizzare materiali locali e di scarto e di caratterizzare l’edificio anche per il forte radicamento nel contesto, materico e culturale.

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