DALLO SPAZIO SUDDIVISO ALLO SPAZIO CONDIVISO. PROCESSI DI TRASFORMAZIONE URBANA NEL GRAND PARIS

Cristiana Mazzoni

A partire dall’intervento di trasformazione della vasta area industriale della Plaine St-Denis (1985-1992) firmato dal collettivo di architetti e paesaggisti Hippodamos 93, che ha segnato una prima svolta nel progetto della spazialità urbana, viene sancita la nascita del projet urbain à la française, introducendo un’inedita attenzione alla qualità dello spazio pubblico che da vuoto urbano diventa spazio suddiviso secondo pratiche differenziate. A questo approccio è poi seguito negli anni 2000 un cambio di direzione, distinto da un crescente interesse per l’integrazione di spazi pubblici e collettivi, non più intesi come ambiti compartimentati da suddividere, ma come spazi da condividere. Si inizia a parlare così di una “terza città”; superando l’opposizione tra la città arcipelago e la città mosaico, si tenta di tessere insieme queste due entità attraverso una visione olistica. Si tenta cioè di fare dialogare le grandi infrastrutture preesistenti con le forme dell’architettura, ponendo maggiore attenzione alla qualità e alle pratiche degli spazi interstiziali. Molti scenari elaborati per il Grand Paris nel 2008, poi per Paris 2024 e per il piano regionale del 2030, esplicitano in modo palese tale nuovo approccio trans-scalare.

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