10 September 2025

Un’immagine in movimento

Il progetto del padiglione di Osaka '70 di Maurizio Sacripanti

Il concorso per il padiglione di Osaka fu una vera e bella avventura nello studio di Maurizio Sacripanti, nel quale lavoravo da cinque anni. Era il 1968, due anni prima che il concorso doveva concludersi. Fu un periodo molto intenso, con l’aiuto anche di Andrea Nonis, un suo storico architetto collaboratore e di altri giovani come me che si formavano in quel periodo. Maurizio Sacripanti era un progettista che proponeva soluzioni sperimentali nuove, avanzate, a volte difficili da comprendere, definendo continuamente nuove possibilità architettoniche. Egli parlava descrivendo ciò che aveva concepito e io trasformavo continuamente le sue idee in schizzi che traducevano le parole in segni. Era per me una scuola del pensiero e nello stesso tempo il tentativo di trascrivere al meglio ciò che era spiegato. In quegli anni le arti cinetiche erano centrali e Maurizio Sacripanti cercava di esprimerle nell’architettura. Nel corso del lavoro fu fatto un plastico molto interessante, che se non sbaglio è oggi al Maxxi, e un mio disegno che scelsi di vedere dall’alto per rappresentare non solo il progetto, ma il suo significato concettuale. In un’intervista Maurizio Sacripanti disse che “non si sapeva come fare quella prospettiva” ma che alla fine l’avevo immaginata e disegnata io. Questa immagine era in realtà triplice. Per un verso permetteva di conoscere la sistemazione planimetrica degli elementi del Padiglione, per l’altro spiegava cosa era il sistema di semicerchi mobili in acciaio che sostenevano un grande telo di plastica dai riflessi luminosi che si muoveva come qualcosa di vivente assieme alla mobilità della struttura. Infine si accennava ai pieni e alle sale in curva che si collegavano. In sintesi la prospettiva era ovviamente fissa ma nello stesso tempo suggeriva il movimento e soprattutto esprimeva un esito futuribile che allora era unico. Il risultato del concorso non fu positivo, però, perché vinse il progetto dello Studio Valle, anche in quel caso un progetto dignitoso che ebbe un suo successo. Rimane nel tempo la sorpresa di Maurizio Sacripanti che rende sempre nuovo il suo lontano progetto.

Questo articolo è pubblicato in l’industria delle costruzioni 497 -La città che accoglie – giu/nov 2025

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