Il Consiglio Europeo, nel riconoscere che oltre
l’80% dei sistemi naturali è in cattive condizioni,
ha adottato la Nature Restoration Law, prima
legge sulla Natura a livello continentale, in vigore
da agosto 2024. Il Consiglio impone
il miglioramento di ecosistemi forestali, agricoli,
marini, fluviali, con un richiamo specifico ai
contesti urbani: nessuna perdita netta di spazi
verdi e di copertura arborea entro il 2030 e un
aumento costante della superficie totale a partire
dallo stesso anno.
Gli effetti del degrado ambientale sulla salute
umana negli ambienti di vita urbani, oltre a
sempre più elevati tassi di insorgenza di malattie
e mortalità, si manifestano anche con il Nature
Deficit Disorder (R. Louv) – sindrome da distacco
della natura – una serie di disfunzioni
biologiche e emotive.
La maggiore incidenza dei malesseri socio-ambientali
è più marcata nella popolazione
giovane, che vive forti stress e nuove eco-ansie.
A settembre 2024, l’UE ha nominato un
Commissario all’equità intergenerazionale, per la
prima volta nella storia, evidenziando la
responsabilità delle nostre azioni nei confronti
delle prossime generazioni.
Gli interventi sui territori devono quindi
considerare le profonde interazioni dinamiche
tra ecosistemi e comportamenti umani, in un’epoca caratterizzata
dall’accelerazione dei processi, forti disequilibri,
“poli-rischi”, paura del futuro.
I paesaggi urbani e rurali sono intrecciati
secondo strutture organiche multi-scalari e multilivello;
la rigenerazione è sostenibile solo se
sostiene le relazioni tra luoghi,
comunità, ecologie, secondo logiche di
attraversabilità e permeabilità, spaziale, culturale.
Il regolamento UE 2021/1060 riprende questi
principi, consentendo agli Stati il supporto allo
Sviluppo Territoriale Integrato mediante
“Integrate Territorial Investments” (ITIs) e
“Community-Led Local Development” (CLLD).
Su queste basi, il programma interregionale di
cooperazione Urbact IV (2021-2027) promuove
progetti innovativi, integrati, partecipativi e place
based, a partire dalle città, che diventano il
“cuore” dello sviluppo locale sostenibile.
Molti progetti di forestazione urbana e di corridoi
verdi puntano sulla continuità tra i paesaggi. Tra
le altre iniziative di integrazione tra paesaggio,
ricchezza ambientale, aspetti sociali, Rotterdam
sperimenta da tempo le piazze
allagabili, spazi pubblici utili alla raccolta e stoccaggio di acque meteoriche; l’area metropolitana di Coimbra
sta sviluppando strategie per la resilienza urbana
riferita agli incendi boschivi; Baia Mare
implementa criteri di design ambientale per il
recupero dei siti industriali dismessi grazie alla rivegetazione,
con funzione decontaminante;
Mouans-Sartoux, piccolo Comune in
Provenza, ha approvato un Piano
Locale di Urbanistica sostenibile, per equilibrare
l’accoglienza turistica e il patrimonio rurale,
triplicando la superficie dei terreni agricoli e
incentivando le attività di coltivazione e
trasformazione.
Numerose realtà locali stanno lavorando alla
rigenerazione del paesaggio urbano con la
realizzazione di insediamenti agricoli innovativi,
fattorie e mercati urbani, per formare
connessioni, identità, spazi di qualità
per le residenze, il lavoro, la socialità; produzioni
alimentari sane e a basso impatto.
Tra queste, l’intervento sull’ex mattatoio di
Anderlecht, complesso di archeologia
industriale di fine ‘800, riconvertito in fattoria
idroponica, vasche per l’itticoltura, spazi pubblici
socioculturali, in relazione con le aree mercatali e il
corso del Canale. Quest’operazione è stata
realizzata nell’ambito dei Contratti di Quartiere
della Regione di Bruxelles – Capitale, attivati a
partire dal 1993, con obiettivi di rivitalizzazione
urbana nelle zone “fragili”.
Nell’epoca delle transizioni, natura e paesaggi
sono fondamentali nell’elaborazione di
programmi, piani e accordi collaborativi tra
istituzioni, parti sociali, imprese, progettisti, per
disegnare nuove geografie urbane giuste, aperte
al territorio, che favoriscano la qualità degli
ambienti di vita.