12 Maggio 2025

Istanbul Modern: come una finestra sul mare

dalla rubrica ARCHITETTURE MADE IN ITALY NEL MONDO

Il museo sul Bosforo, prima opera di RPBW in Turchia, è la conferma di come un’architettura trasparente e accessibile, capace di mettere in comunicazione parco e mare, città storica e nuovi sviluppi urbani, sia uno strumento chiave per rigenerare
Ricucire, rammendare, rigenerare intere porzioni urbane a partire da un edificio, sono operazioni care alla poetica di Renzo Piano. Specialmente quando si tratta di intervenire sui waterfront, instaurando un dialogo profondo tra l’edificio e il mare e indagando la relazione complessa che intercorre tra il museo e l’acqua, la città storica, lo spazio pubblico. Nella sua lunga carriera, di musei bellissimi Renzo Piano ne ha progettati a decine nel mondo. Il suo elegante approccio insieme umanistico e soft tech – sempre orientato a mettere al centro lo spazio, la luce e le persone – lo ha reso tra gli interpreti più sofisticati in questo specifico ambito progettuale. Quando si parla di musei, infatti, una delle questioni centrali dal punto di vista critico riguarda il corretto bilanciamento tra forma e funzione, oltre che il rapporto tra contenitore e contenuto: e Piano, negli anni, ha dato prova di saper creare edifici che non solo sono capaci di ospitare l’arte, ma di essere essi stessi opere d’arte. Diversamente da altri suoi colleghi però, più intenti a puntare su gesti scultorei, con forme audaci e sinuose che dominano il paesaggio urbano, Piano sembra preferire un approccio più rispettoso, che si integra nel contesto. Anzi, che ci dialoga: è proprio dalla relazione di reciprocità con l’intorno, con la storia, le trasformazioni in atto e il suo paesaggio, che l’architettura prende vita, integrandosi con il luogo e mettendosi a servizio della funzione per cui è stata immaginata. In un’epoca in cui molte opere cercano di stupire a tutti i costi, Piano ci ricorda che l’architettura può anche essere silenziosa, discreta, meno muscolare. Eppure potente.
Come le acque del Bosforo, che scorrono bagnando quella città densa e stratificata che è Istanbul, dove ogni pietra ha una storia da raccontare, nota per la sua architettura ottomana, le infinite cupole e minareti, i monumenti storici. Ma anche per gli imponenti processi di rigenerazione che stanno investendo ampie porzioni di città, incluso il waterfront di Karaköy, al centro di questo intervento: il quartiere, uno dei più antichi della città, un tempo zona industriale e portuale, sta vivendo una trasformazione radicale grazie al progetto Galataport, che mira a creare un nuovo distretto culturale e commerciale di rilevanza internazionale . Premiato come miglior nuovo progetto di sviluppo a livello mondiale ai MAPIC Awards 2023 di Cannes, la rigenerazione del Galataport sta rendendo l’intero quadrante un hotspot artistico, gastronomico e turistico vivacissimo, meta imprescindibile se si visita la città. Oltre che la sede di due famosissimi musei: è qui infatti che si colloca, come ponte simbolico tra passato e futuro, la prima realizzazione di Renzo Piano Building Workshop in Turchia, l’Istanbul Modern, edificio che conferma il ruolo dell’architettura come strumento chiave per contribuire a trasformare aree abbandonate o sottoutilizzate in nuovi poli di attrazione culturale e sociale .
Il museo si trova infatti in una posizione cardine, sulla riva occidentale del Bosforo, tra il Parco Tophane, il Corno d’Oro e il lungomare, fungendo sia da cerniera tra la città vecchia e la nuova area commerciale, sia da catalizzatore per il rinnovamento di una zona storicamente industriale relegata ai margini della vita cittadina fino a pochi decenni fa. Ponendosi come un’architettura che invita alla contemplazione e all’interazione , con spazi aperti e accessibili – come la piazza intorno all’edificio e il piano terra interamente vetrato, che lascia intatto il collegamento tra il parco e il mare – l’Istanbul Modern è oggi un luogo di incontro e aggregazione per cittadini e turisti, punto di osservazione unico. Inaugurato a maggio 2023 dopo 4 anni di lavori, sorge sulle vestigia di un vecchio magazzino doganale e si ispira proprio alle acque scintillanti del Bosforo, riecheggiando la storia del sito che è stato utilizzato come porto per millenni. Come una finestra aperta sul mare, grazie ai giochi chiaroscurali del suo rivestimento in alluminio traforato, l’Istanbul Modern cattura e riflette la luce al variare delle ore del giorno, fondendosi col paesaggio: le sue trasparenze, la leggerezza e il dialogo continuo con l’acqua lo rendono un simbolo di rigenerazione urbana ben riuscita, celebrazione del legame tra l’edificio e l’ambiente che lo circonda . Se paragonato a progetti precedenti di Renzo Piano Building Workshop, come il Centro Botín a Santander, una continuità linguistica emerge chiaramente: anche in quel caso, la leggerezza della struttura e la sua capacità di dialogare con l’acqua sono centrali. Tuttavia, mentre il Centro Botín si protende direttamente sul mare, l’Istanbul Modern si rivolge tanto alla città quanto all’acqua.

Questo articolo è pubblicato in l’industria delle costruzioni 496 -Città in Scena – dic/mag 2024

Abbonati alla rivista per accedere alla versione integrale di questo contenuto

Articoli correlati