n. 399 gennaio/febbraio 2008 - PONTI E VIADOTTI

Per i Romani, i ponti rappresentavano il completamento della rete viaria per superare gli ostacoli di tracciato e pertanto avevano caratteristiche tipologiche e strutturali ben codificate. Nel Medioevo si assiste ad una diffusione dei ponti multifunzionali abitabili. Microcosmi urbani, questo tipo di ponti, originati per ragioni di difesa entro le mura, ha conosciuto un lungo periodo di indiscusso splendore; per almeno sei secoli il ponte come strada e piazza della città ha rappresentato l’infrastruttura elettiva per magnificare la scenografia urbana, tesa all’emulazione delle grandiose città d’acqua come Bruges, Firenze, Venezia.
Il Ponte di Londra, con la sua solida infrastruttura sormontata da edifici, demolita nel 1823, il Ponte Vecchio di Firenze, ultimato nel 1345 e ampliato nel 1565 con il Corridoio Vasariano di accesso dagli Uffizi a Palazzo Pitti, il Ponte di Rialto a Venezia, finito di costruire in un’unica arcata sopra il Canal Grande nel 1595, i ponti cinquecenteschi di Notre Dame e il Pont Neuf, il Pulteney Bridge di Bath, realizzato nel 1773 proprio nel periodo in cui la gran parte dei ponti abitati veniva dismessa e demolita, sono testimonianze magnifiche di un’architettura dei ponti strettamente integrata ai contesti urbani che mantiene immutato il proprio fascino nel tempo.
Nel XVIII secolo, con l’istituzione nel 1747 della Ecole des Ponts et des Chaussées a Parigi, la costruzione dei ponti diventa il laboratorio della tecnica e dell’architettura delle grandi strutture dell’ingegneria. In questo periodo prende avvio il programma di costruzione della nuovo sistema di infrastrutture, strade, canali, porti e ponti, che modificherà profondamente il paesaggio francese.
Nell’ambito di questa politica di trasformazione territoriale l’Ecole assume un ruolo determinante come scuola di progettazione del paesaggio, dove il ponte costituisce luogo di sperimentazione e trait d’union tra ingegneria e architettura, tra tecnica e arte. La concezione strutturale dei ponti assume un graduale mutamento tra gli ultimi decenni del ‘700 e la prima metà dell’800 durante la “Rivoluzione Industriale”, periodo contraddistinto dalla disponibilità di materiali ferrosi per l’ingegneria civile e dallo sviluppo della rete ferroviaria. L’ingresso del ferro come materiale da costruzione porta a nuove forme strutturali e all’abbandono degli schemi strutturali tradizionali dei ponti in legno e in pietra; in particolare, l’impiego del metallo condurrà alla diffusione dello schema statico del ponte sospeso.
Agli inizi del XX secolo sarà certamente il cemento armato e più propriamente il calcestruzzo armato, duttile, economico, di rapida posa in opera, a mutare l’estetica dei ponti. Il “modello Maillart” a volta sottile si impone per la sua essenzialità come riferimento diffuso nella ricostruzione post bellica di ponti e viadotti in Italia. L’architettura dei ponti dei grandi ingegneri italiani come Giorgio Morandi, Silvano Zorzi e Sergio Musmeci porterà il nostro paese a conquistare una indiscussa fama internazionale; l’intenso programma di costruzione diviene anche il laboratorio ideale per considerare il ponte, non solo sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, ma come elemento plastico in armonia con il paesaggio.
La selezione proposta in questo numero della rivista, riprendendo questa concezione, sottolinea l’importanza, oggi, del ponte come opera di architettura a grande scala, i cui termini di confronto sono la sfida statica da un lato e il rapporto con il paesaggio dall’altro. Nella sintesi tra questi termini risiede il valore del ponte che, come afferma Christina Norberg-Schulz, raduna in sé i molteplici significati dell’ambiente naturale e di quello urbano.

SOMMARIO

I PONTI: CRENE AFFILATE DI LUOGHI, DI TEMPI, DI MITI – Pag. 4
BRIDGES: SHARPENED NOTCHES THROUGH LANDS, AGES AND MYTHS
Antonio Tramontin

FOSTER AND PARTNERS – Pag. 34
Viadotto di Millau, Averyon
Millau Viaduct, Averyon

GRIMSHAW TEAM – Pag. 40
Ponti a Ijburg, Amsterdam
Ijburg Bridges, Amsterdam

MARIO PAOLO PETRANGELI – Pag. 40
Ponte ferroviario per l’Alta Velocità sul Po a Piacenza
High-Speed Railway Bridge over the Po River, Piacenza

DENTON CORKER MARSHALL – Pag. 52
Ponte pedonale e ciclabile a Melbourne
Webb Bridge, Melbourne

MARC MIMRAM – Pag. 58
Passerella delle Due Rive da Strasburgo a Kehl
The Two Banks Footbridge, Strasburg and Kehl

ANTONIO TRAMONTIN – Pag. 64
Viadotto sulle lagune di San Teodoro, Olbia
Viaduct on San Teodoro lagoons, Olbia

WILKINSON EYRE ARCHITECTS – Pag. 72
Ponte pedonale e ciclabile ad Amsterdam
Pedestrian and Cycle Bridge, Amsterdam


PEDRAZZINI, BASERGA, MOZZETTI – Pag. 80
Tre ponti sul fiume Flaz a Samedan
Three Bridges on Flaz River, Samedan

SANTIAGO CALATRAVA VALLS – Pag. 86
Tre ponti sull’asse attrezzato Reggio Emilia-Bagnolo
Three Bridges over the Reggio Emilia-Bagnolo Structuring Axis

MARC MIMRAM – Pag. 92
Ponte autostradale e pedonale a Tianjin
Feng Hua Bridge, Tianjin

CECIL BALMOND E ANTÓNIO ADÃO DA FONSECA – Pag. 98
Ponte pedonale a Coimbra
Pedro & Ines Bridge, Coimbra

ARGOMENTI - Pag. 104
L’Italia di Le Corbusier: 1907-1965
Illuminazione del viadotto Morandi in via della Magliana a Roma
Studio Valle: Cinquant’anni di architettura. Struttura e spazio
Everland: una stanza d’albergo tra arte e architettura
PAALMA, un premio tra arte e architettura