n. 404 novembre/dicembre 2008 - ARCHITETTURA E SPERIMENTAZIONE IN GIAPPONE

Il legame tra ingegneria e architettura ha fortemente connotato la produzione architettonica italiana nel periodo della ricostruzione del secondo dopoguerra. Questa propensione si è manifestata nelle grandi opere di progettisti del calibro di Nervi, Morandi e Musmeci, ma anche in quell’insieme di opere minori che ha dato vita alle principali trasformazioni urbane di quel periodo per mano di professionisti preparati ad esprimersi attraverso un linguaggio in grado di integrare struttura e canoni estetici. Un periodo felice al quale si è sostituita, negli anni a seguire, una cultura architettonica che si è sempre più distaccata da questa tradizione per cadere in una rete di nuovi, attraenti quanto fallaci valori.
Diversamente stanno andando le cose in Giappone, paese in cui, superato definitivamente il periodo di imitazione acritica dei modelli occidentali e affascinati dalle potenzialità innovative della tecnica, gli architetti, gli ingegneri e i costruttori hanno operato una simbiosi tra gli aspetti tecnici e artistici della disciplina.
L’idea di dedicare un numero della rivista all’architettura giapponese, dal quale potesse emergere la carica vitale e innovativa di una parte considerevole della produzione minore locale, frutto della stretta e feconda collaborazione tra architetti e ingegneri, è nata dall’incontro tra Leone Spita e Satoru Yamashiro durante due workshop tra la Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” di Roma e la Tokyo University, organizzati dal DiAR (Dipartirmento di Architettura) e dal Lapex (Laboratorio di Progettazione per i Paesi Extraeuropei del DiAR ) di Roma. Incontro perfezionato in occasione del viaggio in Giappone, organizzato lo scorso maggio dai Giovani Imprenditori Edili di Ance Bergamo e da “l’industria delle costruzioni”. In giapponese la parola kenchiku può significare architettura ma anche costruzione e la qualifica kenchikushi si riferisce tanto a un progettista quanto a un costruttore. Gli architetti si sentono partecipi di una disciplina che non è intesa separatamente dalla pratica costruttiva e ingegneristica, dando vita a correnti linguistiche decisamente sperimentali ma sempre sostenute da una proficua tensione tra atteggiamento realistico e ricerca figurativa. A questo atteggiamento contribuiscono indubbiamente sia il sistema formativo che il modo in cui è organizzato l’intero processo edilizio.
In Giappone il corso di architettura fa parte della facoltà di ingegneria; studiando insieme, ingegneri e architetti maturano le basi per un dialogo sullo stesso piano. La significativa stretta di mano tra architetti, ingegneri e costruttori consente dunque di ripensare la cultura dell’abitare, spinta oramai verso una profonda trasformazione dei comportamenti e dei costumi così come testimoniano gli scritti e le opere raccolti in questo numero. In particolare Mikio Koshihara, Takashi Manda e Jun Sato sono tre giovani e stimati ingegneri giapponesi invitati a raccontare le loro esperienze come progettisti di strutture in acciaio, in cemento armato e in legno. Ideatori di molte delle strutture illustrate nel numero, essi mostrano come il loro lavoro sperimentale si basi sulla capacità di sfruttare a pieno le proprietà intrinseche dei materiali che, mediante l’ausilio di nuove tecnologie, vengono spinte oltre gli usi più consueti liberando potenzialità formali prima inespresse, soprattutto nel campo di interventi residenziali di piccole dimensioni, a budget limitato. Le linee delle ricerche che svolgono sembrano conciliare, pur con strumenti diversi, lo stadio avanzato delle teorie sulle strutture con un modo quasi artigianale di pensarle.

SOMMARIO

DUE MANI INDIVISE: ARCHITETTI E INGEGNERI IN GIAPPONE – Pag. 4
TWO HANDS UNDIVIDED: ARCHITECTS AND ENGINEERS IN JAPAN
Leone Spita


NUOVE ALLEANZE, NUOVI CONFINI PROFESSIONALI – Pag. 22
NEW ALLIANCES, NEW PROFESSIONAL FRONTIERS
Satoru Yamashiro

ATELIER TEKUTO/ YASUHIRO YAMASHITA – Pag. 26
Casa monofamiliare a Suginami-ku, Tokyo
Cell Brick House, Suginami-ku, Tokyo

OFFICE OF RYUE NISHIZAWA – Pag. 32
Casa Moriyama a Tokyo
Moriyama House, Tokyo

AAT+MAKOTO YOKOMIZO, ARCHITECTS INC. – Pag. 38
Casa-studio a Osu, Naka-Ku, Nagoya
NYH, Osu, Naka-Ku, Nagoya

JUN AOKI & ASSOCIATES – Pag. 44
Cappella Nuziale a Osaka
White Chapel, Osaka

JUNYA ISHIGAMI + ASSOCIATES – Pag. 48
Padiglione dell’Istituto di Tecnologia di Kanagawa
Kait-Kanagawa Institute of Technology Pavilion

KAZUHIKO NAMBA + KAI WORKSHOP – Pag. 54
Casa a basso costo a Iwakura-City, Aichi
Box House 083, Iwakura-City, Aichi

ATELIER TEKUTO / YASUHIRO YAMASHITA – Pag. 62
Casa a Kawasaki-city, Kanagawa
aLuminum House, Kawasaki-city, Kanagawa


KAZUYASU KOCHI / KOCHI ARCHITECT’S STUDIO – Pag. 68
Atelier e abitazione per artista a Yamanashi
Atelier for calligrapher, Yamanashi

ATELIER TEKUTO / YASUHIRO YAMASHITA – Pag. 74
Casa monofamiliare a Zushi-city, Kanagawa
Ref-ring, Zushi-city, Kanagawa

SATORU YAMASHIRO / BUILDINGLANDSCAPE – Pag. 80
Ampliamento di una casa rurale a Izumo
House H, Izumo

SOU FUJIMOTO ARCHITECTS – Pag. 84
Casa a Kumamoto
Final Wooden House, Kumamoto

ATELIER TEKUTO / YASUHIRO YAMASHITA – Pag. 90

Abitazione e ristorante a Taito, Tokyo
JYU-BAKO, Taito, Tokyo

AKIHISA HIRATA ARCHITECTURE OFFICE – Pag. 94
Showroom a Joetsu, Niigata
Masuya Honten Showroom, Joetsu, Niigata

SOU FUJIMOTO ARCHITECTS – Pag. 98
Case per vacanze a Chiba
House O, Chiba

ARGOMENTI - Pag. 102
"La città è mobile". X Convegno nazionale giovani imprenditori edili
Archizoom. Per una dottrina di operazioni formali eretiche
Premio Nazionale Sisto Mastrodicasa
Omaggio a Palladio: 18 allestimenti per la Basilica Palladiana. Riflessioni a margine
Il concorso per il Padiglione italiano all'Expo di Shangai
La città di Saragozza, volàno delle strategie di trasformazione urbana sostenibili
La piattaforma tecnologica italiana delle costruzioni